Josephine Yole Signorelli – in arte Fumettibrutti – è tornata in libreria con Anestesia, terzo capitolo della trilogia autobiografica cominciata con Romanzo esplicito (Feltrinelli Comics, 2018) e seguita da P, la mia adolescenza trans (Feltrinelli Comics, 2019). Nata da internet con brevi strisce che raccontano di amori finiti male, solitudine e femminismo: è subito amata da tuttз. La cosa a colpire più di lei è il suo essere esplicita, senza filtri, in altre parole: reale. Proprio in Anestesia l’autrice si mette a nudo e ripercorre – con un racconto di una verità disarmante e crudele – il suo percorso di transizione.
La relazione tossica con il ragazzo, la sensazione di sentirsi un problema a causa dei tradimenti di lui, gli ostacoli dei tribunali e delle istituzioni; la tanta fretta di sottoporsi alla mastoplastica e la vaginoplastica per sopravvivenza e vivere come una normale. Ma sopravvivere non è vivere e, dopo quegli interventi, Josephine se ne rende conto. Così cambia vita, lascia alle spalle la Sicilia trasferendosi a Bologna. In questa città le si presentano nuove difficoltà: lascia lo studentato – con l’obbligo di restituire tutti i soldi della borsa di studi – per una questione legata al maschio/femmina, si allontana dall’amica Ylenia per paura di rivelarle la propria identità. Fatica a sentirsi bella, accettata, di conseguenza fa sesso con sconosciuti incontrati online che spesso la umiliano con insulti transfobici. La libertà tanto ambita sembra esserle ancora lontana e l’unica amica, la solitudine.
Siamo stati abituati da parte di persone cisgender a delle rappresentazioni del mondo trans – spesso distorte e stereotipate – che ci allontanano dalle loro vite reali. La realtà che ci racconta l’autrice con il suo terzo romanzo è diversa. Fumettibrutti, infatti, ci educa ai sogni, alle speranze e al modo in cui una persona trans affronta la vita: l’unica cosa che conta in arte è fondare un presente emotivo, e Josephine Yole Signorelli lo fa.
Alessandro Guerriero
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