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Lei è Marsha, l’afroamericana che diede vita ai movimenti di liberazione omosessuale: non dimenticate mai a chi dovete la vostra libertà

Questa è Marsha. 49 anni fa Marsha indossò un abito favoloso (era contro la legge farlo) prese la metropolitana diretta verso il Greenwich Village per ballare (in un posto sul crinale dell’illegalità) con altri uomini (era illegale anche questo). Ballò fino all’una di notte. Lo fece con ragazzini che non avevano una casa e rifiutati dalle proprie famiglie, con prostitute, lesbiche “camioniste” , gay efebici, donne trans e altra gente non-conforme al proprio genere che voleva semplicemente ballare. Perché quello era lo scopo principale dello Stonewall Inn: ballare.

La polizia fece una retata, come ogni mese. Chi indossava un vestito da donna sarebbe stato “controllato” per vedere se i genitali corrispondevano e il tutto doveva incontrare l’approvazione dell’ufficiale in servizio. Quando questo non accadeva, c’era un furgone della polizia ad attendere fuori. Le foto delle persone fermate sarebbero finite sulle schedature per “cross-dressing”, per abbigliamento non conforme. Le famiglie di quelle persone ne sarebbero state informate. Il disonore prima, la perdita del proprio lavoro diurno dopo. Conseguenze inevitabili.

Quando celebrate i Pride, quando leggete di violenze contro le persone di colore, ricordatevi di Marsha. La ragione per cui chiunque di noi può andare ad un Pride, per cui possiamo amare chi ci pare e fare festa nelle nostre vite sta nel fatto che quella sera Marsha P. Johnson, una regina della strada, afroamericana, si tolse i tacchi e li scagliò contro un poliziotto, resistette all’arresto. Diede vita a una rivolta.

Non dimenticate mai che le nostre vite sono oggi più semplici grazie al sacrificio delle nostre sorelle nere e non-gender conforming e che quelle stesse sorelle stanno ANCORA OGGI combattendo con pregiudizio e discriminazione ad un livello che la stragrande maggioranza della comunità gay non ha sperimentato negli ultimi venti anni. Grazie a persone come loro siamo oggi libere e liberi, mentre persone come loro sono ancora oggetto di violenze e omicidi.

Non dimenticate mai a chi dovete la vostra libertà. Non dimenticate che i vostri Pride erano fuorilegge. E quando salterà fuori la discussione sulle forze di polizia presenti al Pride, sull’ostentazione di trans e drag, ricordatevi del volto di Marsha e chiedete a voi stessi chi ha bisogno di maggiore protezione, supporto e solidarietà. Chi ha potere oggi e chi invece sta ancora lottando per affermare i propri diritti?
Ricordatele. Ricordatevi di loro.

Simone Alliva

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